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Mudra, cosa sono e come utilizzarle nello Yoga

L’argomento di cui oggi desidero parlarti è quello delle Mudra, conosciute anche come “lo yoga delle mani”. Le Mudra, infatti, sono posizioni specifiche delle dita e delle mani che vengono utilizzate per intensificare la pratica di yoga e le meditazioni.

Sono certa che ti sia capitato di vedere persone meditare con pollice e indice uniti, oppure di notare alcuni particolari gesti delle mani delle classiche statue di Buddha.

In questo Focus esploreremo insieme il significato e l’importanza delle Mudra nel contesto dello yoga e della spiritualità. In particolare ci focalizzeremo su:

Guarda il video e scopri il potenziale di questi piccoli gesti delle dita. Buona visione!

L’origine e la tradizione delle Mudra

Le Mudra, dal Sanscrito “sigillo” o “gesto”, hanno una radice profonda nelle tradizioni religiose dell’Induismo, del Buddismo e del Buddismo Tibetano, e venivano impiegate anche in celebrazioni religiose particolari.

Questi gesti hanno una storia millenaria. Basti pensare che, tradizionalmente, tutte le religioni ricorrono all’utilizzo delle mani come mezzo per esprimere una comunicazione non verbale, che si tratti di una preghiera o di un gesto di devozione.

Le origini delle Mudra risalgono all’India di più di cinquemila anni fa. Le prime testimonianze del loro utilizzo, infatti, si trovano nell’antico sciamanesimo e nella cultura vedica, nelle quali era contemplato l’uso delle mani e dei gesti durante il canto dei mantra nelle celebrazioni sacre.

Il loro scopo originario, che è anche il motivo per cui vengono utilizzate oggi, era quello di canalizzare l’energia degli elementi all’interno del corpo e della mente, ottenendo benefici sia da un punto di vista fisico che spirituale.

Quali sono gli utilizzi delle Mudra?

Come abbiamo accennato prima, le Mudra possono essere utilizzate in diversi modi per arricchire la nostra pratica di yoga. Vediamo insieme quali sono i principali utilizzi e come essi possono portare beneficio al corpo e alla mente.

L’uso terapeutico delle Mudra

Nello yoga alcune Mudra vengono tradizionalmente utilizzate con uno scopo terapeutico, con il fine di alleviare problematiche legate al colon, al mal di testa e ad altri disturbi fisici.

Secondo l’Ayurveda, le nostre dita funzionano come una sorta di circuiti elettrici, dunque muovendoli e unendoli tra loro è possibile canalizzare l’energia in determinate parti del nostro corpo. Ogni dito, inoltre, è connesso ad un elemento naturale, ad esempio il pollice all’elemento del fuoco, l’indice al vento, il dito medio allo spazio, l’anulare e il mignolo alla terra e all’acqua.

L’Ayurveda sostiene che alcuni centri di stimolazione energetica molto importanti si trovino proprio nelle mani e nei piedi, e che in base al nostro Dosha possiamo utilizzarli per equilibrare il nostro sistema nervoso centrale e l’organismo in generale.

Le Mudra per potenziare la pratica

Le Mudra possono essere usate come un potente strumento meditativo per portare concentrazione, calma, quiete e presenza nel momento in cui ci troviamo.

L’influenza che questi gesti esercitano sull’energia all’interno del nostro corpo può aiutare a potenziare la meditazione e a portare una maggiore tranquillità ed equilibrio.

Il loro utilizzo può riguardare anche la volontà di intensificare l’intenzione durante la pratica, come ad esempio con Anjali Mudra, i palmi che si uniscono in segno di devozione e celebrazione, un modo per dire a chi ci sta davanti “io ti vedo e mi inchino alla tua anima, al tuo spirito”.

Questo gesto rappresenta una comunicazione non verbale che conclude la pratica. Durante Anjali Mudra, poi, le dita si appoggiano allo sterno, il centro energetico del nostro cuore, dove i lati del nostro corpo si uniscono e dove la dualità ritrova ciò che siamo, ovvero l’Uno. Quindi capiamo bene l’importanza di un gesto simile per intensificare un’intenzione all’inizio della pratica, per comprendere il perché pratichiamo e anche per celebrare un’altra persona.

Le Mudra nel simbolismo spirituale

Le Mudra, come abbiamo detto, non sono solo gesti fisici, ma anche simboli di profondo significato spirituale. Essi fungono da canali energetici nei quali il Prana, l’energia vita, scorre per risvegliare la Kundalini, la nostra energia sottile.

Nell’Hatha Yoga, infatti, si racconta che Shiva regalò e insegnò una serie di Mudra che avevano lo scopo di essere utilizzate proprio per questo. Si tratta di un serie di Mudra destinate a una pratica più avanzata, a Yogi più esperti.

Questo concetto rende evidente la differenza che c’è nello yoga tradizionale tra la pratica fisica e una pratica Sadhana più costante, che prevede l’utilizzo di strumenti come Bandha, Mantra e Mudra. Sono mezzi che fanno parte di una pratica di yoga più complessa, che si raggiunge con tempo e costanza, quando diventiamo in grado di controllare alcuni aspetti come il respiro e le posizioni.

Come integrare le Mudra nella pratica di Yoga

Come abbiamo detto, alcune Mudra possono essere un po’ più complesse e richiedere una maggiore pratica costante per poter essere eseguite correttamente.

Altre Mudra, invece, sono più comuni e possono essere integrate facilmente in una pratica quotidiana. Vayu Mudra, ad esempio, è la posizione che vuole indice e pollice vicini, con l’indice che tocca la base del pollice e le altre dita che vengono appoggiate tese sulle ginocchia, magari col palmo rivolto verso l’alto.

Questa è una delle Mudra più conosciute, e porta grande concentrazione all’interno del corpo, indirizzando l’energia in un punto preciso e permettendoci così di non offuscare la nostra mente, rimanendo centrati e radicati. Il mio consiglio è di provarla durante la meditazione!

Un’altra Mudra molto utilizzata è proprio Anjali Mudra, la posizione dei palmi delle mani uniti.

Gyan Mudra è la classica posizione delle mani che coinvolge l’unione del pollice e dell’indice, mentre le altre dita rimangono estese. Si dice che essa stimoli la saggezza e la conoscenza interiore, e c’è una storia interessante a riguardo. Un’antica leggenda narra che Buddha, mentre meditava sotto l’albero della Bodhi alla ricerca dell’illuminazione, assunse la posizione della Gyan Mudra. Durante questa meditazione profonda, raggiunse finalmente l’illuminazione, scoprendo la verità universale. 

Per integrare le Mudra nella pratica di yoga, ciò che ti consiglio è semplicemente di provare. Prova ad eseguire qualche semplice gesto, magari durante la meditazione, e prova a sentire se questo ti risuona giusto o quali sensazioni ti provoca. Ora che ne conosci il significato, prova a capire se il contatto delle mani e delle dita ti è utile per una maggiore concentrazione e presenza.

Le Mudra sono davvero tantissime, perciò sarebbe opportuno provarne diverse e valutare quelle che risultano più adatte alla nostra pratica.

Io ho sempre adorato Ganesha Mudra, che si esegue portando la mano sinistra all’altezza del cuore, con il palmo rivolto verso l’esterno, e con le dita che agganciano quelle della mano destra, che ha il palmo rivolto verso l’interno. È una posizione di forza, di superamento degli ostacoli, e mi fa sentire molto connessa con la mia forza interiore.

Spero davvero che questo Focus ti abbia aiutato ad approfondire la conoscenza delle Mudra e del loro ruolo nella pratica di yoga e della meditazione. Se deciderai di provare ad applicarle, ti auguro di trovare quelle più adatte a te e che possano portarti grande beneficio!

Allena mente e corpo, eleva il tuo spirito!

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