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Come conoscere meglio sé stessi attraverso i 5 sensi

Oggi vorrei affrontare con te un tema molto importante, che non riguarda solo il mondo dello yoga ma che coinvolge un altro importantissimo strumento per la conoscenza e la consapevolezza personale: la psicoterapia. Insieme parleremo di relazioni, con noi stessi e con gli altri, e di cosa significa comprendere meglio chi siamo e anche chi ci circonda.

Questo Focus nasce da una splendida collaborazione con un grande professionista, Alessandro Gilli, psicologo, psicoterapeuta e mental coach.

Il lavoro di Alessandro è dedicato principalmente all’aiuto degli altri attraverso la psicologia e la psicoterapia. Nel video che abbiamo preparato condividerà alcuni strumenti e indicazioni che possono essere utili per migliorare il rapporto con sé stessi e con gli altri. L’obiettivo sarà quello di semplificare al massimo questi strumenti così che possano facilmente condurti verso una maggiore consapevolezza.

Insieme ci muoveremo attraverso cinque punti, i cinque sensi. Alessandro ti guiderà alla scoperta del loro significato profondo e di come ascoltarli per comprendere meglio te stesso o te stessa. In particolare approfondirà:

Il senso della vista: guardare in avanti e riflettere su sé stessi

Il senso della vista è il più sviluppato nell’essere umano, nonostante il suo progresso avvenga più tardi rispetto agli altri. Oltre alle sue funzionalità fisiche, possiamo considerarlo il senso che ci consente di guardare avanti, di guardare al futuro.

Il modo in cui possiamo utilizzare questo senso per lavorare su noi stessi è considerarlo come uno strumento per guardarci dentro, per sviluppare una consapevolezza di come stiamo, come una sorta di “occhio interiore”.

Spesso, nella vita frenetica di oggi, ci dimentichiamo di fermarci e ascoltarci, di chiederci come stiamo e se ciò che stiamo facendo ci rende realmente felici. È importante provare a rallentare e a sviluppare questo tipo di sguardo rivolto alla nostra persona, così che sia più chiara la direzione in cui vogliamo andare.

Le domande che possiamo porci sono: «Come sto? Dove sto andando? Come sta andando la mia vita? Qual è la direzione che ho preso? Dove mi porterà quello che sto facendo adesso?» Questa funzione in psicologia viene chiamata anche funzione specchio, poiché lavora proprio come se osservassimo la nostra immagine riflessa in uno specchio.

L’autoriflessione è cruciale per comprendere come ci sentiamo e qual è la direzione che la nostra vita sta prendendo. Possiamo fare questo esercizio anche fisicamente, mettendoci di fronte allo specchio e avviando un dialogo interno.

Questo tipo di attività ci consente di sviluppare una consapevolezza rispetto a come ci sentiamo ora ma con uno sguardo rivolto al futuro, nella direzione in cui stiamo andando.

Profumi di ricordi: utilizzare l’olfatto per esplorare il passato

Passiamo ora a quello che è forse il senso più importante di tutti, ma che a volte sottovalutiamo un po’: l’olfatto.

In psicologia l’olfatto è il senso più primitivo e ricco di associazioni. Nella psicologia dello sviluppo si dice che il neonato utilizzi questo senso per riconoscere ciò che lo circonda, persino i propri genitori.

Il senso dell’olfatto è legato a un aspetto più primitivo e animale, perciò viene associato al passato. Infatti, gli odori possono richiamare ricordi e sensazioni legate a ciò che abbiamo già vissuto. Basti pensare a come reagiamo quando percepiamo un odore conosciuto: subito ci si sblocca un ricordo, che può essere, per esempio, un piatto della nonna, l’odore del mare, della montagna, di un luogo particolare. Dentro di noi viene richiamato qualcosa di molto profondo.

Possiamo utilizzare questo strumento per lavorare su di noi comprendendo proprio questo, e interrogandoci su ciò che eravamo e ciò che desideravamo, quali erano i nostri grandi sogni. Riflettendo su come ci immaginavamo di essere “da grandi” quando eravamo bambini e ragazzi, o su quali erano le nostre figure di riferimento, possiamo approfondire la comprensione di noi stessi.

L’olfatto, quindi, ci collega alle radici della nostra identità e può aiutarci a scoprire ciò che è veramente importante per noi.

Vivere nel presente: il senso dell’udito per comprendere sé stessi

Un altro senso molto importante, soprattutto in psicologia, è l’udito.

L’udito ci richiama al qui e ora, al presente. È il senso che ci permette di focalizzarci su ciò che sta accadendo attualmente.

È uno strumento con cui possiamo lavorare su di noi sviluppando una sorta di ascolto attivo su come stiamo in questo momento. L’udito ci invita a porci domande come “Come sto?”, “Come mi sento?” e “Come stanno andando le cose nella mia vita?”. Riflettere su questo ci aiuta a comprendere il nostro stato emotivo e ad ottimizzare il nostro benessere.

L’ascolto attivo è fondamentale per sviluppare una connessione profonda con noi stessi. In psicologia, il sentire richiama fortemente all’empatia, un concetto molto importante e al contempo complesso, poiché significa “comprendere ma non sentire”.

Ad esempio, il concetto di “simpatia” è diverso poiché significa “simpatizzare” con qualcuno, sintonizzarsi, sentire e provare le stesse sensazioni. “Empatia” invece vuol dire comprendere ciò che sente l’altro ma senza provare quelle stesse emozioni.

L’empatia permette di rimanere in una sorta di “zona sicura” in cui possiamo capire le emozioni degli altri ma senza provarle in prima persona. È comprensibile quanto questo aspetto sia importante in psicologia e nel lavoro dello psicologo, poiché permette di aiutare gli altri mantenendo una sorta di distanza sana.

Ciò che possiamo fare per utilizzare questo senso è provare a empatizzare con noi stessi. Questo significa provare per un attimo a distanziarci dalle nostre emozioni, ascoltandole senza giudizio e senza fermarci a ciò che sentiamo, ma cercando di comprenderne il perché.

Se ci pensi è un po’ quello che facciamo durante la meditazione. Ci poniamo in una posizione di ascolto, di osservazione, di non controllo cercando di accettare ciò che arriva e di comprendere da dove arriva.

Il senso del gusto per esplorare le radici e i bisogni

Il quarto senso che approfondiremo per esplorare la scala degli strumenti per migliorare il rapporto con noi stessi è il gusto.

Il gusto è il senso che ci collega alle nostre radici e ai nostri bisogni primari. Non riguarda passato, presente o futuro, ma riguarda il centro, il nostro interno, le nostre necessità.

Attraverso il gusto possiamo valutare se siamo soddisfatti nella vita. Le nostre necessità sono importanti anche se spesso le sottovalutiamo, e questo senso ci invita proprio a tornare a porre la nostra attenzione su di esse.

Per esempio, possiamo chiederci se le nostre relazioni, il lavoro che facciamo e le attività che intraprendiamo ci gratificano e ci rendono felici. Siamo soddisfatti del rapporto con chi ci circonda? Di come lavoriamo? Di come gestiamo il nostro tempo libero? Proviamo a chiedercelo più spesso.

Possiamo considerare il gusto come il senso delle nostre radici profonde, delle nostre fondamenta, che devono essere solide e stabili. Come una casa in costruzione, se non ci occupiamo delle basi sarà più complicato poi lavorare sulle parti più alte.

Il gusto ci spinge a esplorare le nostre passioni e ad adottare scelte che nutrano il nostro benessere e realizzino i nostri bisogni personali.

Il senso del tatto per connettersi con il mondo e con gli altri

Esploriamo ora l’ultimo dei cinque elementi che possono guidarci a una maggiore consapevolezza e a lavorare sul rapporto con noi stessi e con gli altri: il senso del tatto.

Abbiamo analizzato la vista, legata al futuro; l’olfatto, legato al passato; l’udito, il presente e il gusto, che rappresenta la profondità. Il senso del tatto, invece, riguarda le parti più alte della nostra sfera, la nostra parte esterna. L’organo coinvolto è la pelle, che rappresenta il contatto con il mondo esterno e con gli altri.

Infatti, questo senso è il primo mezzo di contatto con ciò che ci circonda. Pensiamo ai gesti fisici che facciamo abitualmente, come una stretta di mano o un abbraccio. Sono azioni che possono comunicare affetto, connessione e supporto, possono dirci molto riguardo a come stiamo e a come ci sentiamo nel contesto in cui ci troviamo.

Il modo in cui possiamo lavorare su di noi attraverso questo strumento è riflettendo e ascoltando come ci sentiamo nel nostro ambiente e nelle interazioni con gli altri.

Questo senso ci spinge a porre l’attenzione sulla materia fisica, il nostro corpo, che è parte fondamentale di noi. Perché è vero che fino ad ora abbiamo analizzato aspetti legati alla nostra mente, ma è bene ricordarsi che essa non è un organo a sé stante, bensì profondamente connessa al corpo. Come nello yoga, mente e corpo sono collegati, ed è importante prendersi cura di entrambi.

Il tatto è uno strumento che ci guida in una sorta di viaggio dall’interno verso l’esterno. In primis possiamo porci domande su di noi focalizzandoci sulla nostra parte fisica: come sta il nostro corpo? Abbiamo energia? Ci sentiamo affamati, stanchi, abbiamo voglia di muoverci?

Poi possiamo utilizzare lo stesso senso per ragionare sui rapporti col mondo esterno. Le relazioni con gli altri mi appagano? Mi sento a mio agio nell’ambiente in cui sono?

Come i 5 sensi, tutti insieme, possono migliorare la conoscenza di noi stessi?

È bene ricordare che ci nutriamo anche di ciò che ci circonda, di ciò che respiriamo, dei luoghi in cui passiamo del tempo. Perciò è importante lavorare anche su questi aspetti, per far sì che favoriscano il nostro benessere fisico e mentale. Questo significa sviluppare un rapporto sano e significativo con noi stessi e con gli altri.

Questi sono i cinque strumenti che possono essere utilizzati per migliorare il rapporto con noi stessi e con gli altri, e per riuscire a identificare delle coordinate per quanto riguarda il nostro passato, presente, futuro, sul nostro mondo interno e su quello esterno.

Ciò che ti invito a fare, ora, è di provare a raccogliere queste informazioni al tuo interno. Prova a riflettere su questi cinque sensi e su ciò a cui sono collegati e prova a capire se percepisci un equilibrio tra essi oppure no. Se senti di aver bisogno di un’ulteriore guida per conoscerti meglio, rivolgersi a una figura professionale come uno psicologo o psicoterapeuta può essere di grande aiuto. Come tengo spesso a sottolineare, lo yoga e la terapia sono strumenti complementari per il benessere della persona.

Spero che questo Focus ti sia piaciuto! E mi auguro che gli approfondimenti al suo interno possano essere per te degli strumenti importanti per prenderti cura del tuo benessere e per sviluppare una maggiore consapevolezza interiore.

Allena mente e corpo, eleva il tuo spirito!

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